Nel 2016 sono state registrate 3.451 nuove diagnosi di infezione Hiv: si è quindi osservata una lieve diminuzione sia nel numero delle diagnosi sia nell'incidenza, ma il calo è minore tra i giovani sotto i 25 anni. Questi gli ultimi dati illustrati dall'Istituto Superiore di Sanità a pochi giorni dalla Giornata Mondiale per la lotta all'Aids dell'1 dicembre: l'Italia è al 13/mo posto in Ue. Il problema, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è «la diminuita percezione del rischio soprattutto tra i ragazzi».
Da qui la campagna di comunicazione sull'Hiv-Aids presentata oggi dal ministero e dall'Iss, e che comprende spot televisivi e anche iniziative di sensibilizzazione sui social media, indirizzate in modo particolare ai più giovani. Infatti, ha avvertito il direttore del dipartimento malattie infettive dell'Iss, Gianni Rezza, «a fronte di un leggero calo delle nuove diagnosi da Hiv nell'ultimo anno, abbiamo però registrato un aumento relativo dei casi proprio tra i giovani con meno di 25 anni; ciò vuol dire che in questa fascia la malattia sta diminuendo più lentamente». Questo, ha detto, «è dovuto a una perdita della memoria generazionale rispetto alla gravità di questa malattia».
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