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Non vanifichiamo i sacrifici di chi ci ha preceduto. Di Rocco Palmisano

Scritto da Cybermed Junior
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images/external-images/9fb64a528820bd8e8dcf29ccd9fb87f2.jpgNel precedente articolo ho accennato che l’umanità si trova in una deriva morale. La durezza di cuore dell’uomo nei confronti della sofferenza degli animali, oggi, è raccapricciante. La sua insensibilità mi spaventa. Il suo sadismo nel trattamento degli animali di allevamento e nella loro macellazione non è giustificabile, soprattutto quando lo stesso individuo ipocritamente accarezza ed “ama” il suo cane o il suo gatto di compagnia. La mia sensibilità non accetta questa ipocrisia!

Se dovessimo uccidere noi in prima persona un animale per cibarcene, riusciremmo a farlo? Se vedeste e sentiste la sofferenza di un animale in procinto di essere ammazzato, penso che pochi di voi mangerebbero carne a cuor leggero. Personalmente, sono 30 anni che non mangio carne né pesce. La mia è stata, inizialmente, una scelta salutistica; ma subito dopo è subentrato un sentimento di amore e rispetto nei confronti dei nostri “fratelli” minori.

Molti popoli indigeni, che sono più saggi di noi “istruiti”, rispettano tutti gli animali inoffensivi e si difendono per necessità da quelli pericolosi. Quando necessitano di maggiori quantità di proteine, ricorrono agli insetti e a piccoli animali selvatici che riescono a catturare con facilità. Purtroppo, l’alimentazione, che nel mondo animale è finalizzata esclusivamente alla sopravvivenza, per gli umani è un atto di sporco e sadico piacere.

 

La qualità del cibo determina la qualità corpo. Ma la qualità del corpo influenza anche quella dell’anima (per chi ce l’ha!). Nella mia esperienza dietetica ho potuto verificare questa “strana” connessione. I più grandi uomini spirituali della storia erano vegetariani. Questo escursus sul vegetarismo lo chiudo qui perché il mio intento e quello di far riflettere che l’eccesso di proteine (anche vegetali) non fa bene alla salute. Poiché i media e gli “esperti” insistono sul consumo di proteine, il scopo con queste righe è quello di farvi riflettere. Ponetevi delle domande: quanta carne mangiavano i nostri nonni? Ma anche voi che state leggendo, se avete almeno 40-50, quanta carne mangiavate da piccoli? Non siete cresciuti?

Il rischio delle proteine animali di oggi è aggravato dalla presenza nella carne e nel pesce è una serie infinita di veleni ammessi e non ammessi dalla legge. Una gallina di quando ero bambino, che non veniva allevata ma che viveva anni con noi, serviva più per le sue uova che per la sua carne. Infatti, veniva uccisa quando faceva vecchia per fare il “buon brodo” nelle cerimonie e festività. Il gallo del pollaio serviva per fecondare le galline in modo che le uova covate potessero tramandare la rendita con pulcini ed altre galline. Infatti, i pulcini si vendevano ad altre famiglie o si scambiavano con altri beni necessari alla famiglia.

Queste righe vi sembreranno un racconto da favola; ma è stata la realtà dei vostri genitori e nonni che vi hanno dato tutto il progresso che avete, cari giovani. Mi rivolgo a voi chiedendovi di non vanificare tutti i sacrifici che i vostri genitori (e nonni) hanno affrontato per farvi studiare e darvi uno stato sociale migliore. Ma mi rivolgo anche ai nonni: non viziate i vostri nipoti facendogli mangiare tutte le schifezze della moderna industria agroalimentare piena di veleni che non voglio nemmeno nominare.

 

https://www.viverealcalino.it/2020/05/29/non-vanifichiamo-i-sacrifici-di-chi-ci-ha-preceduto-di-rocco-palmisano/

 


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